Maria Benedetta Donati
Born under a bomb attack of the Second World War, since the University years shared medical studies and subsequent research and life choices with Giovanni de Gaetano. MD degree at the Catholic University in Rome (“Gemelli Prize” for the best curriculum studiorum) in 1968.
In 1973, PhD degree at Leuven University, Belgium, in the Laboratory where Marc Verstraete, Jozef Vermylen and Désiré Collen were pioneering since the Fifties basic and clinical research on thrombosis and myocardial infarction treatment.
Back to Italy in 1973, upon invitation by Silvio Garattini, to open a new research line in thrombosis and cardiovascular disease at the Mario Negri Institute for Pharmacological Research, in Milan, she trained over 50 Italian and foreign young investigators in 15 years.
In the same period, she was actively involved in the establishment of the Bergamo Branch of the Mario Negri Institute and in the launch of the GISSI studies, which had fundamental worldwide impact on the treatment of myocardial infarction.
In 1987 she co-founded and Scientific Coordinator of Mario Negri Sud Institute in the province of Chieti, which soon became a research Center of excellence and a driving force for innovation and development in the surrounding region.
In 2002 invited to build up the Research Laboratories of the newly established Clinical Research Center of Catholic University in Campobasso, Molise, Southern Italy.
Scientific Coordinator of these Laboratories, she was (and still is) a driving force for the MOLI-SANI project, a large cohort observational study (over 24,000 subjects recruited and presently followed up) on genetic and environmental risk factors for cardiovascular disease and cancer, with special focus on dietary habits and nutrition (Mediterranean Diet, mainly) on human health.
Since one year is the Head of the Translational Medicine Laboratory at the IRCCS Istituto Neurologico Mediterraneo NEUROMED, in Pozzilli, Molise, Italy.
President of the Italian Society for Hemostasis and Thrombosis (2002-2004) and of the Scientific Committee of the international Society for Hemostasis and Thrombosis (1987-1993 and 2000-2006), Chairman of several evaluation Panels for framework Programs of the European Commission, Coordinator of a Marie Curie Training Network (1997-2001) and current Member of INSERM (France) evaluation committees.
Has published more than 400 papers in international journals and edited 9 books, and has been granted two "honoris causa" MD degrees (Debrecen University, Hungary and Bialystok University, Poland).
Her scientific reputation is particularly linked to pioneering studies on the interactions between cancer and thrombosis. Involved during the past 15 years in several European projects on the impact of nutrition on health (FAIR, IMMIDIET, FLORA, ATHENA).With an "H" index of 69, she ranks at 59th level of 2640 Top Italian Scientists (“h index” higher than 30).
Granted the first International Minerva Donna Prize (1983), the Career Recognition Award of the International Society for Hemostasis and Thrombosis (1999), the Special UNESCO Mention for Women in Science (2002), the Prize for cardiovascular Prevention of the "Association Femme-Santé" (2003).
Member of the Jury of the Committee for Women in Science of l'Oréal-UNESCO and of the Scientific Board of Bracco Foundation and Veronesi Foundation.
Nata durante la seconda guerra mondiale, sin dagli anni dell'università ha condiviso gli studi medici e il percorso di ricerca e vita personale assieme a Giovanni de Gaetano. Consegue la laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università Cattolica di Roma e il Premio Gemelli per il miglior curriculum studiorum nel 1968.
Nel 1973, consegue il PhD presso l'Università di Lovanio (Belgio), dove Marc Verstraete, Jozef Vermylen e Désiré Collen portano avanti sin dagli anni Cinquanta ricerche cliniche e di base sulla trombosi e la cura dell'infarto del miocardio.
Rientrata in Italia nel 1973 su invito di Silvio Garattini, apre una nuova linea di ricerca sulla trombosi e le malattie cardiovascolari presso l'Istituto Mario Negri per la Ricerca Farmacologica di Milano, e contribuisce nei quindici anni successivi alla formazione di oltre 50 giovani ricercatori italiani e stranieri.
Nello stesso periodo, prende parte alla nascita dei Laboratori Negri Bergamo e degli studi cardiologici GISSI, che svolgeranno un ruolo fondamentale a livello mondiale per il trattamento dell'infarto del miocardio.
Nel 1987 apre il Centro di Ricerche Biomediche del Consorzio Mario Negri Sud in provincia di Chieti, che presto diventerà centro di eccellenza scientifica e sviluppo culturale e economico del territorio.
Nel 2002 viene invitata a contribuire all'apertura dei laboratori di ricerca del nuovo Centro di Ricerche dell'Università Cattolica a Campobasso, nel Molise.
Coordinatore Scientifico dei Laboratori di Ricerca del Centro, intraprende un ruolo essenziale in MOLI-SANI, un grande progetto epidemiologico (oltre 24.000 pazienti reclutati e attualmente seguiti) sui fattori genetici e acquisiti di rischio o di prevenzione delle malattie cardiovascolari e dei tumori, con attenzione alle abitudini alimentari e la nutrizione (principalmente la Dieta Mediterranea) e il loro impatto sulla salute.
Da un anno a questa parte dirige il Laboratorio di Medicina Traslazionale presso l'IRCCS Istituto Neurologico Mediterraneo NEUROMED di Pozzilli, nel Molise.
Presidente della Società Italiana Studio Emostasi e Trombosi (2002-2004), dello Scientific Committee dell'International Society for Thrombosis and Haemostasis (1987-1993 e 2000-2006), Chairman di numerosi panel di Programmi Quadro della Commissione europea, Coordinatore di di una rete di formazione Marie Curie (1997-2001), e membro attuale dei comitati di valutazione dell'INSERM (Francia).
Autrice di 400 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali e curatrice di 9 libri, ha ricevuto due lauree honoris causa in medicina (Università di Debrecen, Ungheria e Bialystok, Polonia).
La sua fama scientifica è legata in particolare allo studio pionieristico dei rapporti fra trombosi e tumori. Negli ultimi 15 anni ha preso parte a numerosi progetti europei sull'impatto dell'alimentazione sulla salute (FAIR, IMMIDIET, FLORA, ATHENA). Con un h index di 59 è al rank 56 dei 2.640 Top Italian Scientists (caratterizzati da h-index basato sulle citazioni ricevute non inferiore a 30) .
Prima vincitrice del Premio Internazionale Minerva Donna (1983), Premio alla Carriera dell'International Society on Thrombosis and Haemostasis (1999), Menzione Speciale UNESCO Women in Science (2002), Premio per la Prevenzione Cardiovascolare Association Femme-Santé (2003).
Membro della Commissione L'Oréal- UNESCO per le Donne e la Scienza e del comitato scientifico della Fondazione Bracco e della Fondazione Veronesi.
The mediterranean diet at a time of economic crisis: messages from the Moli-sani study
The attention to the potential health protective properties of nutrition is relatively recent, the most relevant studies having been completed in the last few decades. While early trials mainly emphasized reduction of dietary fat to lower cholesterol levels, the Mediterranean-style diet has proven to reduce cardiovascular events to a higher degree. More recently, the so-called Med-diet, with a focus on vegetables, fruit, fish, whole grains, nuts, olive oil and wine in moderation, has proven significant favorable effects not only in primary and secondary prevention of cardiovascular events but also of hormone-dependent tumors and of some neurodegenerative disorders.
However, adherence to the Med-diet has been declining in the last decades, particularly in those Countries, like Italy, where it was traditionally established as a “reference” life habit. Results from “Moli-sani”, a population-based cohort study which randomly recruited, from 2005 to 2010, 25,000 Italian adult citizens from the Molise region, indicate that people’s adherence to the Med-diet has considerably decreased over the last few years and that, in the 2007-2010 period, socio-economic indicators have become major determinants of a Mediterranean eating behavior, most presumably due to the economic downturn.
These observations imply a progressive worsening of the health conditions of the Italian population, since the poor adherence to Med-diet in the Moli-sani cohort was associated with lower income and higher prevalence of obesity. Mortality was also higher in individuals with diabetes who poorly adhered to Med-diet.
L'attenzione rivolta alla potenziale capacità dell'alimentazione di prevenire le malattie è un fenomeno relativamente recente. Gli studi più importanti sono stati infatti portati a termine negli ultimi decenni. Mentre i primi studi clinici evidenziavano principalmente l'importanza di ridurre i grassi per abbassare il livello di colesterolo, è stato dimostrato che la Dieta Mediterranea sia in grado di ridurre gli eventi cardiovascolari in misura maggiore. Più di recente, sono stati dimostrati effetti particolarmente positivi della Dieta Mediterranea, basata sul consumo di frutta, verdura, pesce, cereali integrali, frutta secca, olio d'oliva e vino in moderazione, non solo nella prevenzione primaria e secondaria di malattie cardiovascolari, ma anche dei tumori ormono-dipendenti e di alcune malattie neurodegenerative.
Tuttavia, il numero di persone che seguono questo regime alimentare è diminuito negli ultimi decenni, specialmente in paesi come l'Italia in cui essa veniva considerata un vero e proprio stile di vita. I risultati di "Moli-sani," uno studio di coorte basato sulla popolazione che ha coinvolto 25,000 cittadini adulti della regione Molise dal 2005 al 2010, indicano che il numero di persone che hanno seguito la Dieta Mediterranea negli ultimi anni è diminuito in modo significativo e che, nel periodo 2007-2010, gli indicatori socio-economici sono diventati fattori determinanti nel comportamento alimentare mediterraneo, molto probabilmente a causa della crisi economica.
Queste osservazioni implicano un progressivo peggioramento delle condizioni di salute della popolazione italiana, poiché la scarsa partecipazione alla Dieta Mediterranea nella coorte Moli-sani è stata associata a redditi inferiori e una più elevata prevalenza dell'obesità. Anche la mortalità era più elevata negli individui diabetici che seguivano la Dieta Mediterranea solo in minima parte.